Un anno con la Blackmagic Pocket 6k

blackmagic design pocket 6k

Un anno con la Blackmagic Pocket 6k

Dopo un anno di lavoro con la Cine Camera Blackmagic Pocket 6K, nonostante sia stato rallentato dalla pandemia di covid 19, posso dare una opinione in merito.

13 STOP

Una cosa è certa. E’ una grande camera. Possiede un sensore di altissima qualità (sensore Super 35 da 23,10 x 12,99 mm ) e restituisce dei colori fantastici con 13 stop di gamma dinamica. Ha un’ottima resa in situazioni di scarsa luminosità ed è particolarmente apprezzata per la “pasta”.
Insomma un sacco di caratteristiche che la rendono una ottima camera ad un prezzo sotto i 2000 €

I DIFETTI PRATICI

Non voglio scendere troppo nel tecnico, ma voglio dire la mia sull’uso pratico della camera, che come si sa, ha i suoi difetti. In primis la batteria: dura davvero poco, tra i 30 e i 50 minuti, dipende dall’uso.
Ovviamente la Blackmagic Pocket 6K è una cinepresa che va alimentata con batterie esterne come le vere cinecamere e ovviamente deve essere accessoriata con dei rig per montare inoltre un SSD veloce e un monitor in più.
Esatto, un monitor in più. Perchè il secondo problema è il fatto che il monitor non si può inclinare e non c’è un viewfinder per controllare nel dettaglio immagine e inquadratura. Inoltre, nel caso di riprese in pieno giorno con sole a picco o alle spalle, diventa molto difficile vedere bene il monitor e una soluzione pratica è quella di montare un parasole. Il montaggio fa perdere ulteriore tempo.

Il materiale poi con cui è rivestita da l’idea di pura “plastica” pronta a rompersi alla prima caduta e ciò non offre molte rassicurazioni.
La “rogna” che trovo ingiustificabile sono i tappini laterali di gomma per “proteggere” gli ingressi audio/video/dati/ecc.. che sono poco pratici e fastidiosi da aprire e chiudere, soprattutto se ho un rig da montare.

LA POCKET 6K È UNA COSA SERIA

Nel complesso c’è però da considerare che chi come me arriva da videocamere come la Panasonic Lumix Gh4 o Gh5 l’impatto è grande e la difficoltà di adattarsi alla macchina è notevole, ma ha i suoi perchè.
La Blackmagic Pocket 6K è una cosa seria, mica per girare video della sagra del broccolo fiolaro o il compleanno del cuggino antipatico. E’ fatta per realizzazioni video professionali, per veri spot pubblicitari, documentari e film di qualità e in questi casi occorre dedicarci tempo. Come il tempo che si perde per allestire un set con arredamento e luci, fare delle prove, truccare modelli e attori ecc…
La Pocket 6K ha bisogno di vestirsi e avere quel che serve per dare davvero il massimo e fidatevi lo da eccome!
E… come una Arri o una Red, la Blackmagic Pocket 6K ha bisogno di essere collegata e accessoriata in base alle necessità del momento, quindi va cambiato il modo di lavorare (o forse il lavoro).
Per questo non capisco una cosa: l’impugnatura.

WHY IMPUGNATURA?

Dopo tutto quello che ho descritto, vestendola con un rig, mi pare inutile una impugnatura, considerata di poca presa, e una posizione dei tasti di registrazione in alcuni casi irraggiungibili.
Sembra un tentativo fallito di rendere una camera professionale più commerciale o alla portata di tutti. Per dire, anche nell’uso “prendi e riprendi”, batteria a parte, diventa poco efficace muoversi nel menu del display touch di 5 pollici con la videocamera a mano.

I VIDEO CON LA MIA BLACKMAGIC POCKET 6K

Per questo ed altri motivi ho dovuto litigare, conoscere e infine amare una camera che mi ha aiutato nelle mie realizzazioni e ha dato un contributo notevole alla mia creatività.

Si possono montare obiettivi cinematografici con lenti anamorfiche, ma devo dire che già con la Sigma Art 18-35mm e il Tokina 11-16mm i risultati sono strabilianti.

Con la Blackmagic Pocket 6k ho inizialmente girato un corto “Hysteria” esattamente un anno fa in quarantena ed erano i primi giorni di studio. Qui sotto il video:

Poi l’ho provata nella docuserie “Change” e in contesti misti (al chiuso e all’aperto) con il Ronin-S sfruttando la batteria dello stesso. In questa puntata l’ho abbinata con la vecchia Lumix Gh4.

“Il Monologo della Parola” è stato una prova estrema, sia per il finto piano sequenza da mettere in scena, sia per le riprese in condizioni di scarsa luminosità.

… è arrivata la PRO!

Di recente è uscita la versione PRO che risolve i problemi del monitor, inclinabile e con viewfinder, e un po’ di batteria in più diventando più versatile. Inoltre include filtri ND che ahimè danno qualche noia in termini di colore.
Nella versione PRO una cosa ritorna quindi giustificabile: l’impugnatura.
Diventa la camera da “prendi e riprendi” acquisendo un mercato di videomaker e filmmaker molto ampio e molto competitivo.

SAMUELE SCHIAVO Sono un regista/filmmaker. Scrivo e produco video spot commerciali e video aziendali. Ho prodotto cortometraggi e documentari. Seguimi sui social ;)